È il quarto ed ultimo ponte dell'acquedotto, che si trova ad oltre 9500 metri dall'Origine, ossia dalla sorgente principale ai piedi del paese di Sant'Urbano. Secondo una mappa del XIX secolo, esso ha una lunghezza di palmi 85 (m 18,99) e al di sopra (m 263 s.l.m.), passa attualmente un sentiero che un tempo era la strada usata per le periodiche manutenzioni.
Il ponte si presenta ad un unico arco a tutto sesto e conserva della struttura originaria la volta, i piedritti e parte delle spalle. L'arco ha una luce di m. 2,44, mentre la profondità è di m. 2,08 (circa 7 piedi romani), costituito da sette conci per ogni metà, uniti dalla chiave di volta e presentano una lavorazione accurata, dotati di un leggero bugnato, che è fatto risaltare da un'anathyrosis (sistema di lavorazione delle pietre per facilitare il loro accostamento). Soltanto alcuni degli altri blocchi sono bugnati, segno che tale forma di lavorazione era dettata dal risparmio di tempo e mano d'opera più che da un preciso progetto architettonico. Sull'alveo del fosso è presente un lastricato di pietre calcaree, consunte dallo scorrimento dell'acqua, delimitate dai resti di quattro fasce trasversali di pietre più grandi. Nonostante ciò l'erosione ha provocato il cedimento della parte più a valle di questa struttura.
Il ponte, nel corso dei secoli, ha subito diversi restauri, ultimo dei quali nel 2000, attestati dai segni sulla muratura, con il parziale riuso di blocchi antichi. Il cunicolo è anch'esso frutto di rifacimenti. Furono rispettate le dimensioni canoniche di m. 0,45 di larghezza e circa 1,20 di altezza, mentre la copertura fu realizzata con volta a botte. Di recente, con la collaborazione dell'Istituto Geografico Militare, nei suoi pressi è stato individuato il Centro Geografico dell'Italia peninsulare (Latitudine Nord 42° 30' 15,5″ - Longitudine Est 12° 34' 21,5″), ossia il punto medio fra i limiti estremi degli attuali confini nazionali, escluse le isole.